CESNUR - center for studies on new religions

"Gli extraterrestri aprono un’ambasciata a Torino. Viaggio tra i terrestri che adorano il Dio-Ufo"

Sono mille in Italia i seguaci della religione extraterrestre: "Nel 2035 torneranno gli Elohim"

 

di Cristiano Gatti ("Il Giornale", 5 dicembre 2000)

Stiamo calmi, sono meglio di noi. Non che ci voglia molto: comunque è certo. Sono personcine sensibili, mansuete, tolleranti. Appunto, più umani degli umani. Ma questo in fondo già tutti lo sospettavamo. La notizia ghiotta è un’altra, e siccome ho a cuore il destino dei miei simili non esito a rivelarla: tutti pronti, nel 2035 saranno qui. Per la verità si tratta di un ritorno. Sul pianeta terra ci erano già venuti 25mila anni fa, proprio per creare noi. Era -- siamo -- un esperimento genetico. Senza offesa, non proprio riuscitissimo. Se si applicano, possono fare meglio. In ogni caso, quando gli extraterrestri planeranno dagli Ufo, ai loro piedi troveranno un degno comitato di accoglienza. In Italia, già li aspettano in un migliaio. Pii e devoti. Li ha da poco contati il Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), diretto da Massimo Introvigne, un avvocato specializzato in brevetti e diritti d’autore, ma grande studioso dei movimenti spirituali più o meno riconosciuti. Presentando il suo ultimo lavoro, avverte con il giusto decoro intellettuale che non c’è nulla da ridere: oltre agli ambienti scientifici che studiano gli avvistamenti, esiste una vera e propria religione degli Ufo ed esiste anche un popolo di convinti seguaci.

Che cosa poi questa gente creda, che cosa stia ansiosamente aspettando, prova a spiegarlo Marco Franceschini, un antiquario di Pordenone, 38 anni, fidanzato, capofila italiano del gruppo Raeliano, il più numeroso dei cinque gruppi rilevati (anche tra di loro ci sono divisioni e differenze).

Allora: narrano i libri sacri che 25mila anni fa questa popolazione degli Elohim, abitanti di un pianeta relativamente vicino, scoprano la Terra e la utilizzino subito come parco giochi. Scientificamente avanzatissimi, tentano quello che in pratica noi abbiamo tentato con la pecora Dolly. Guardandosi divertiti negli occhi, si dicono più o meno così: proviamo a replicare qui nuove creature, a nostra immagine e somiglianza, e vediamo che combinano.

Da quel giorno, ovviamente, la situazione sfugge un po’ di mano. Questa nuova creatura -- noi -- combina un sacco di disastri e non assomiglia affatto ai suoi ideatori, che hanno indole buona e costumi molto civili. Eppure, anziché castigarci, i nostri creatori ci lasciano in eredità il loro giardino. Se ne vanno con una promessa: torneremo quando sarete più evoluti.

A quanto pare i tempi sono maturi. La nostra civiltà tecnologica appare ideale per il loro gradito ritorno. Loro, sette miliardi di cervelloni che vivono in un paradiso, sarebbero impazienti di riaprire una dépendance sul nostro pianeta (evidentemente sono degli incoscienti). Da qui i primi avvistamenti, cominciati nel 1947. Tutti gli Ufo segnalati in giro per i cieli del mondo non sono altro che timidi tentativi di sensibilizzare gli umani. Perché non si fermano? Spiega Franceschini, il capo del movimento che li aspetta: "Non vogliono passare per invasori, vogliono essere accolti in pace. Ci chiedono: invitateci. Per questo, prima di fermarsi definitivamente aspettano che sia pronta l’ambasciata...".

Come dicevo all’inizio, l’appuntamento è per il 2035: allora, per la verità con tempi da opere pubbliche italiane, sarà pronta la sede diplomatica. Questa dell’ambasciata è una condizione irrinunciabile: l’hanno dettata espressamente loro, tramite un rappresentante diretto. Raccontano ancora i sacri testi che questo inviato compaia improvvisamente il 13 dicembre 1973, nell’area dei vulcani spenti vicina a Clermont Ferrand, Francia. In questa precisa data, un giornalista sportivo della zona, oggi 54enne, si ente attratto verso un punto deserto della sua regione. Arrivato sul posto, incredibile a dirsi, trova una strana astronave parcheggiata. Si apre la porta, esce la scaletta, compare lui: non è E.T. che biascica "telefono-casa" puntando il dito verso il cosmo, ma un ometto grande come Don Lurio, dagli occhi vagamente a mandorla, che educatamente saluta e cortesemente si presenta. Per la verità non è velocissimo: a spiegare tutto ci mette sei giorni. Però è chiarissimo: siamo molto evoluti, vi abbiamo creati, potremmo schiacciarvi come moscerini, invece torneremo in pace quando avrete terminato l’ambasciata. Il buon Rael, a quel punto, resta folgorato e si mette subito al lavoro. Nelle nuove vesti, che potremmo definire del profeta, fonda il movimento Raeliano e prepara l’evento. I suoi seguaci aspettano il ritorno degli Ufo come l’arrivo del messia: credono con fede che gli extraterrestri ci aiuteranno a risolvere i nostri problemi e ci trasmetteranno la loro felicità. Quanto poi alle religioni tradizionali, dal cristianesimo al buddismo, non hanno nulla in contrario: spiegano che sono ammirevoli tentativi di dare un senso all’esistenza. Inutile però aggiungere che sentono intimamente di avere ragione loro.

Appuntamento al 2035. Forse allora non avremo ancora il Ponte di Messina e la nuova Milano-Bergamo, ma almeno ci sarà una degna ambasciata per questi esseri superiori. Sempre che siano superiori per davvero. Se lo sono, dovranno anche dimostrarlo. Va bene andare in giro per l’Universo a visitare pianeti: ma provino un po’ loro a fare il Ponte di Messina e la Milano-Bergamo.

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Revised last: 7-12-2000