Buffy sbarca in Italia

Dopo un'attesa durata quattro anni, mentre negli Stati Uniti si è conclusa la quarta stagione, l'11 giugno alle 21.35 su "Italia 1" trainato da "X-Files" arriva in Italia il primo episodio della prima stagione, "Benvenuti al college", di Buffy (in America, "Buffy the Vampire Slayer", cioè "l’ammazzavampiri"). Siamo qui, rispetto agli Stati Uniti, ai primordi della storia di Buffy, che dopo tre stagioni passate nel college di Sunnydale High, ha ora concluso il primo anno di università (alla University of California at Sunnydale). Rispetto alla prima stagione, la quarta che si è ora conclusa negli Stati Uniti introduce anche problematiche diverse e più "adulte" come quelle della sessualità e dell'omosessualità, assenti nei primi episodi. Uno dei protagonisti con cui il pubblico di casa nostra farà presto conoscenza, Angel, ha concluso a sua volta la prima stagione di una serie parallela tutta sua. Uno dei problemi per il telespettatore italiano è che per chi legge l'inglese (ma anche il francese e il tedesco) sono disponibili in libreria o su Internet guide a tutte e quattro le stagioni, per "rovinarsi la sorpresa" e sapere già come va a finire (chi proprio non vuole nessuna anticipazione, smetta di leggere anche questo articolo). Ci sono anche numerosi romanzi ispirati alla serie televisiva, talora pregevoli e che spesso inventano situazioni diverse da quelle della televisione.

Negli Stati Uniti il fenomeno Buffy è ormai al centro di studi accademici da parte degli specialisti di "popular culture", di mitologia del vampiro e di televisione. Buffy ha il favore quasi unanime dei critici, conquista regolarmente (grazie anche a Sarah Michelle Gellar, l’attrice che interpreta il personaggio di Buffy e che è nota anche per il film Cruel Intentions) la copertina di grandi riviste americane, insidia il primato di X-Files. Apparentemente, non c’è nulla di nuovo: si tratta dell’ennesima fiction sulla vita di un liceo di ricchi in California, sulla scia di Beverly Hills 90210. Il creatore della serie definisce lo scenario "una ricca scuola nella California del Sud", e le riprese sono in effetti girate in un ridente sobborgo di Los Angeles, Torrance (chiamata nella serie televisiva Sunnydale). C’è la protagonista, Buffy - bella ma selvaggia -, che finirà espulsa da un preside severo e riammessa solo grazie alla mediazione di un gentile bibliotecario inglese. Corteggiata da molti compagni per bene, si innamora tipicamente del ragazzo sbagliato, Angel, un bel tenebroso che non frequenta la scuola e che incontra soltanto nell’unico locale notturno frequentato dagli studenti, il Bronze. C’è la prima della classe, Willow, bruttina ma interessante, che spasima segretamente per il compagno di giochi dell’infanzia, Xander (da cui è notata solo occasionalmente), ma trova la felicità con un ragazzo più grande, Oz, chitarrista del complesso che si esibisce al Bronze. C’è la reginetta di bellezza del liceo, Cordelia - ricca, presuntuosa e debitamente antipatica - che è attratta da Xander ma teme di perdere la faccia frequentandolo perché si tratta di un ragazzo troppo comune. C’è la madre di Buffy, Joyce, divorziata e donna in carriera, che - mentre si preoccupa del carattere difficile della figlia - non è insensibile alle avances di diversi uomini attraenti. Tutto sommato, un campionario di banalità.

Ma le cose - come anche il telespettatore casuale scoprirà dopo qualche puntata, e in gran parte già nella prima - non sono come sembrano. Oz, il gentile musicista che ama la prima della classe, è in realtà un lupo mannaro (peraltro di indole buona). Il bel tenebroso Angel è un vampiro, e di vampiri Sunnydale è letteralmente piena. Il preside non è semplicemente antipatico, ma si può sospettare che sia in combutta con i vampiri (e con il sindaco) - una versione locale del grande complotto governativo di X-Files - per controllare la città. Molti dei bei ragazzi cui si accompagna la fatua Cordelia, quando non sono vampiri, sono satanisti o mostri di vario genere che hanno soltanto l’apparenza di esseri umani. Quando il povero Xander - il classico ragazzone americano un po’ ingenuo - coltiva interessi diversi da Cordelia e da Willow finisce prima nelle grinfie di una giovane professoressa che si trasforma in una mantide religiosa gigante per uccidere i suoi amanti, poi di una studentessa straniera che si rivela in realtà la mummia di una principessa inca, capace di sopravvivere soltanto succhiando energia dalle sue vittime. Soprattutto, Buffy non è affatto una comune ragazza difficile. E’ la slayer, l'eroina investita della missione sacra di sterminare i vampiri e gli altri mostri. Ne nasce, da sempre, una per generazione. Ogni slayer incontra una guida, un watcher - nel caso di Buffy, il bibliotecario inglese Giles - che le rivela i particolari della sua missione e la istruisce attingendo al sapere accumulato dalle diverse slayers nel corso dei secoli. I compagni più svegli - Willow e Xander - scoprono chi è veramente Buffy nel corso del primo episodio. La bella antipatica Cordelia ci mette diverse settimane - occorre prima che Buffy la salvi da un assortimento di demoni, vampiri e mostri preistorici - ma alla fine diventa (quasi) amica della slayer, riscattando occasionalmente il suo personaggio con la partecipazione a qualche impresa eroica. Per ultima - solo alla fine della seconda stagione - scoprirà la verità anche la madre di Buffy, uno dei più assidui corteggiatori della quale si sarà nel frattempo rivelato un robot assassino costruito da uno scienziato pazzo. Il fatto è che Sunnydale è un luogo particolare: è la "bocca dell’inferno", il luogo di convergenza di tutte le più sinistre forze occulte che minacciano di emergere e invadere la Terra se la slayer non riuscirà a fermarle.

Tutto questo, almeno, nel mondo del college della prima stagione con cui i telespettatori italiani stanno per fare conoscenza. La quarta stagione, la prima all’università, che si è appena conclusa negli Stati Uniti presenta personaggi che sono diventati adulti e che sono molto diversi da come li si vedrà nelle prossime settimane in Italia (naturalmente, anche gli attori sono cresciuti). Oggi negli Stati Uniti si vede Angel che fa l’investigatore privato a Los Angeles con Cordelia come intrepida assistente, Buffy fidanzata con l’agente di una società segreta vagamente esoterica (un personaggio che non compare nella prima stagione), Xander che ha come ragazza una demoniessa (peraltro buona e gentile), Willow non più timida né interessata a compagnie maschili ma strega politicamente corretta in un gruppo neopagano e con un’altra ragazza come compagna. Per abituarsi a questi cambiamenti, avvenuti gradualmente e in parte necessari a causa della diversa immagine di attori non più ragazzini (Sarah Michelle Gellar, Buffy, ha fatto Cruel Intentions e Allyson Hannigan, Willow, American Pie), i fan americani della serie hanno avuto tre anni. Vedremo quale ritmo Italia 1 imprimerà a Buffy in Italia.

Buffy è interessante a causa dei due livelli della storia che si intrecciano continuamente. Il primo - effettivamente in puro stile Beverly Hills 90210 - riguarda la vita sentimentale dei protagonisti che si mettono insieme, si lasciano, si riprendono come normali ragazzi di un liceo. Non mancano tocchi tragici. Il vampiro Angel è diventato "buono" quando l’incantesimo di una zingara gli ha restituito, per punizione, l’anima - di cui i vampiri sarebbero normalmente privi - ed è tormentato dai sensi di colpa per il male fatto in passato. Ma l’incantesimo prevede che l’anima gli sarà tolta se conoscerà la felicità perfetta. Quando, il giorno del suo diciassettesimo compleanno, Buffy si concede ad Angel non commette un errore soltanto secondo i canoni della morale; senza saperlo, rovescia l’incantesimo e rende Angel di nuovo cattivo. Angel combinerà diversi disastri fino a quando Buffy lo spedirà all’inferno, tragicamente nel momento preciso in cui un incantesimo ritrovato dalla prima della classe Willow lo stava facendo diventare di nuovo "buono". Ma - come gli appassionati di horror sanno - un buon vampiro non resta mai "morto" per troppo tempo, e così Angel troverà il modo di tornare dall’inferno e di riavvicinarsi cautamente a Buffy (prima di vivere avventure del tutto diverse come detective dell’occulto nella quarta stagione).

La mitologia del vampiro proposta dal creatore della serie Joss Whedon - un ragazzo prodigio che aveva già sfiorato l’Oscar con il Toy Story della Disney dopo avere creato, con altri attori, un film dallo stesso titolo (in italiano Buffy l’ammazzavampiri), da cui il prodotto televisivo deriva - è diversa da Dracula e da altri classici. Già all’inizio della serie - in un discorso che ha suscitato qualche obiezione da parte di critici cristiani - il bibliotecario Giles spiega che "contrariamente alla mitologia popolare questo mondo non è cominciato come un paradiso. Per eoni senza fine i demoni camminavano sulla Terra", fino a quando furono sostituiti dagli uomini. Prima di abbandonare la Terra per l’inferno, l’ultimo demone morse un uomo, mischiando il sangue della sua vittima con il suo e creando così il primo vampiro, un corpo umano posseduto da un demone. Di qui tutta una dinastia di vampiri, che lavorano per preparare il ritorno dei demoni, gli Antichi (la nozione ricorda i romanzi di Lovecraft), e la distruzione - o la riduzione in schiavitù - dell’intera umanità. La mitologia è vagamente gnostica, e certo in questo grande affresco della lotta fra il bene e il male è completamente assente qualunque riferimento al cristianesimo. Quanto al fatto se in Buffy ci sia una nozione di Dio se ne è discusso, assai seriamente, in un recente simposio accademico su Dio a Harvard cui chi scrive ha partecipato, il che mostra quanto in America si prenda sul serio la popular culture.

La serie, teologia a parte, ha molti meriti, da più di un punto di vista. Con qualche inevitabile caduta di tono, la trama di Whedon è credibile, e pur grotteschi, come devono essere, i mostri riescono quasi sempre a non diventare ridicoli. Il lato comico della vita liceale e le battute di spirito a getto continuo dei protagonisti esorcizzano per il pubblico più giovane gli aspetti più inquietanti dell’horror. Alcuni degli attori - a partire dalla Gellar, che è nel mondo del cinema da quando aveva quattro anni e che la serie ha consacrato come un’istituzione americana - sono decisamente più bravi della media. Soprattutto - come i critici hanno notato - la vita al liceo (e oggi all’università) di Sunnydale e il confronto con i mostri sono una potente metafora delle esperienze quotidiane sia dei figli, sia dei genitori americani (il che spiega perché la serie ha anche un affezionato pubblico di adulti). La "bocca dell’inferno" (il nome allude forse a quella che esiste sull’Atlantico in Portogallo, legata a un’avventura vissuta nel 1930 dal celebre mago inglese Aleister Crowley) collocata in California esprime la disillusione di fronte al declino del New Age, in una fase in cui si ha paura delle energie negative più di quanto non si apprezzino quelle positive. Quando Buffy e Angel si concedono un rapporto prematrimoniale, ne seguono i peggiori disastri nella storia della serie. E i nuovi compagni di genitori divorziati - mostri sotto mentite spoglie, nell’esperienza della madre di Buffy - non sono forse spesso "mostruosi" quando li si vede con l'occhio dei figli?

Certo, i vampiri e l’horror sono di moda al cinema, nella televisione e nei romanzi, da Intervista col vampiro di Anne Rice agli effetti speciali di Blade. In Buffy, i mostri da sconfiggere sono però soprattutto un simbolo dell’adolescenza e dei problemi che ogni ragazzo deve affrontare per raggiungere la maturità (e, per i genitori, del rito di passaggio a cui si trovano di fronte quando i figli diventano teenagers). Se si pensa di ricavare da Buffy una teologia, si deve concludere che il substrato mitologico di Whedon è piuttosto di tipo neopagano. Questi esercizi accademici -- come la ricerca dei richiami all’esoterismo in questo o quell’episodio - sono legittimi: ma non è qui l’essenziale della serie. L’horror è credibile quando è una metafora della vita, e in questo senso Buffy merita una chance anche in Italia, dove forse si rischierà di non capirne certe allusioni quintessenzialmente americane. La verità di Buffy, che in questo senso può essere seguito con indulgenza e simpatia, è che -- per i figli come per i genitori -- la sfida di crescere è più difficile di quella posta ai protagonisti dai vampiri e dagli altri mostri di Sunnydale.

Queste ragioni spiegano la presenza di un'ampia pagina "Buffy" all'interno del sito "Vampiri, religione e cultura" della pagina del CESNUR. Si troverà in questo sito, parzialmente anche in italiano, eco di questi studi e un’ampia bibliografia. Continueremo a seguire le fortune della serie televisiva italiana a mano a mano che si svilupperanno, con nuovi articoli e commenti.

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