Collana Religioni e Movimenti


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Massimo Introvigne, La Chiesa dell'Unificazione del Reverendo Moon

Elle Di Ci, Leumann (TO) 1997, pp. 64, L. 6.000

Recensione di Pier Marco Ferraresi

Il lavoro si apre discutendo le diverse fonti di informazione sul movimento (pp. 5-12) e distinguendo tra fonti unificazioniste, studi scientifici e letteratura polemica (soprattutto resoconti di ex membri ostili e letteratura basata sullo stereotipo del lavaggio del cervello). Il secondo capitolo (pp. 13-40) affronta la storia della Chiesa dell’Unificazione, legata a quella del suo fondatore, Sun Myung Moon (1920), nato a Cheong-Ju, nella Corea del Nord. Egli fonda - nel 1954, a Seoul - l’Associazione dello Spirito Santo per l’Unificazione del Cristianesimo Mondiale, nota, appunto, come Chiesa dell’Unificazione. L’espansione della Chiesa avviene soprattutto a partire dalla metà degli anni 1970, seguendo i due filoni dello sviluppo teologico e dell’attività anticomunista, che sarà più tardi, dopo la caduta del muro di Berlino, gradualmente rimpiazzata da un’azione di moralizzazione dei costumi (fondata sulla famiglia e sulla preparazione al matrimonio), fino a portare nel 1994 il reverendo Moon a dichiarare concluso il ciclo della Chiesa e a creare la Family Federation for the Unification and World Peace, almeno teoricamente interconfessionale e centrata sull’idea di moralizzazione e crescita all’interno della famiglia più che di una Chiesa. Gli strumenti usati nell’opera di apostolato vanno dai seminari propriamente diretti a formare proseliti alla creazione di associazioni e organizzazioni che diffondano le idee senza essere basate su una particolare appartenenza. In Italia la Chiesa dell’Unificazione è stata fondata nel 1965 da una missionaria americana, Doris Walder, con il nome di Associazione Spirituale per l’Unificazione del Mondo Cristiano e ha raggiunto nel 1997 i 1200 membri (anche se solo una minoranza a tempo pieno), con 12 centri operanti in diverse città (Roma, Torino, Milano, Bergamo, Varese, Padova, Bologna, Firenze, Pesaro, Benevento, Bari), 300 famiglie unificazioniste attive e circa 8000 simpatizzanti. La dottrina della Chiesa dell’Unificazione (cap. 3, pp. 41-49) è contenuta nel Principio Divino, il cui primo nucleo era già stato elaborato negli anni 1950. Secondo il Principio Divino la Bibbia necessita di un completamento che la renda adatta ai tempi moderni: esiste in Dio un dualismo che si riflette nella creazione - in particolare un dualismo soggetto-oggetto -, e la "base delle quattro posizioni", costituite da Dio, dal Soggetto, dall’Oggetto e dall’entità scaturente dal rapporto fra soggetto e oggetto costituisce la struttura fondamentale dell’operare di Dio nella creazione. Il peccato originale deriva dalla sostituzione di Dio con Lucifero nella base Dio-Uomo-Donna-Famiglia. La redenzione prevede l’avvento di un Messia, preceduto da un profeta, che risponda in pieno al piano di Dio; l’avvento di Gesù (che non è Dio, pur essendo unito a Dio, uno con Dio, in quanto uomo perfetto) non è stato adeguatamente preparato da Giovanni Battista né sostenuto dal popolo ebraico, e quindi la sua missione - pur compiuta perfettamente - ha avuto solo effetti parziali, ossia ha liberato l’uomo dalle conseguenze spirituali del peccato originale, ma non da quelle materiali. Occorre dunque un secondo avvento: il reverendo Moon e sua moglie si rivelano ufficialmente - nel 1992 - come i "Veri Genitori" (venuti a ripetere l’opera fallita da Adamo ed Eva), e le coppie inserite sul matrimonio dei Veri Genitori (le "famiglie benedette", le cui nozze sono celebrate da Moon e da sua moglie) genereranno figli liberi in tutto dal peccato originale. Il quarto capitolo (pp. 50-58) ha per tema "Spiritualità e attività missionarie": lungi da tecniche "infallibili" di lavaggio del cervello, ci troviamo comunque di fronte a un discreto tasso di conversione che si aggira sull’1% di coloro che accettano di recarsi in un centro della Chiesa. Il rito più solenne è il matrimonio; viene poi "la promessa" - ovvero la preghiera di dedizione della famiglia all’ideale -, l’accensione delle "candele della nascita" e l’offerta a Dio del neonato dopo otto giorni, ed esistono riti funebri per i membri sposati delle famiglie benedette. Ci sono servizi domenicali e in altre occasioni dell’anno, dove si canta, si legge la Bibbia o il Principio Divino e si ascolta un sermone; diffusa è la pratica di tenere immagini di Moon e della sua famiglia in casa, nelle sedi e nei luoghi di culto. Le controversie sorte intorno alle attività della Chiesa dell’Unificazione sono prese in esame nell’ultimo capitolo (pp. 59-64): sembrano ormai superate quelle relative alle accuse di lavaggio del cervello, e anche la questione dell’isolamento dei giovani dalla famiglia d’origine; rimane ancora qualche residuo delle polemiche innescate dalle forze politiche di sinistra a causa dell’attività politica anticomunista della Chiesa. "Il problema, a questo punto, supera però ampiamente il caso della Chiesa dell’Unificazione. In un’epoca postmoderna dove i presupposti della modernità (secolarizzazione compresa) sono rimessi in questione, impegni religiosi molto esigenti divengono più comuni all’interno come all’esterno delle Chiese maggioritarie. Certi attacchi contro la Chiesa dell’Unificazione, come contro altri movimenti religiosi, non si riferiscono allora principalmente a un movimento particolare, ma al ritorno più generale dell’impegno religioso, che i sostenitori di una laicità concepita come trionfo del secolarismo pensano di non poter accettare e di dovere combattere con qualunque mezzo" (p. 64).


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