CESNUR - center for studies on new religions

Chiese e cimiteri profanati: il baby satanismo fai-da-te

di Massimo Introvigne (il Giornale, 13 giugno 2004)

L’analisi.
Dalle sette ufficiali a quelle occasionali, sempre più numerosi i giovani attratti dai “riti neri”. Ma il fenomento è meno diffuso di quanto appare.

I crimini di Busto Arsizio suscitano un’indignazione sacrosanta, ma fanno anche circolare notizie allarmistiche che con la realtà del satanismo italiano hanno poco a che fare. L’onere di provare un fatto contestato incombe sempre su chi lo afferma. Se qualcuno sostiene che in Italia esistono cinquecentomila satanisti, o mille sette sataniche, deve dare la prova piena, puntuale e rigorosa delle sue affermazioni. Non può chiedere ad altri di provare che queste affermazioni non sono vere.
Un esame serio della situazione italiana porta a concludere che esistono nel nostro Paese meno di dieci movimenti satanisti organizzati (tra cui due Chiese di Satana a Torino e i Bambini di Satana a Bologna, il cui leader si è visto riconoscere due giorni fa il diritto al risarcimento per la carcerazione preventiva al processo dove fu poi assolto) con testi, dirigenti e riferimenti a una dottrina e a una tradizione, con meno di duecento membri complessivi.
Da questo primo quadrante del satanismo italiano ne va distinto un secondo, composto da bande di balordi, quasi sempre in contatto con il mondo della droga, che ricavando confusamente informazioni dalla stampa, da Internet e da una certa musica (di cui circolano in modo clandestino versioni, assai peggiori di quelle più note, dove si inneggia non solo al Diavolo ma alla violenza e allo stupro) si costruiscono un “satanismo fai da te”. Dal numero di reati identificati come commessi da questi gruppi si può ipotizzare la loro consistenza in qualche migliaio (ma non decine di migliaia) di persone. I reati commessi sono in genere relativamente minori: profanazioni di cimiteri e di chiese, sacrifici di animali. Anche se raramente, la voglia di trasgressione anticattolica che anima questi ambienti porta al furto e alla profanazione di ostie consacrate. Le esperienze straniere mostrano che, su migliaia di giovani coinvolti, una percentuale minima ma non inesistente arriva a commettere reati gravissimi. Le autorità americane rilevano la presenza in media di una banda all’anno che arriva fino all’omicidio, anche seriale. Considerata la diffusione del fenomeno anche in Italia, era ed è purtroppo prevedibile che prima o poi anche da noi dai piccoli reati una fra le tante bande di balordi “satanici” passasse all’omicidio. L’unica relazione dei gruppi del secondo quadrante con quelli del primo è l’occasionale lettura da parte dei satanisti “fai da te” di pubblicazioni di satanisti “ufficiali”. In oltre trent’anni di satanismo moderno, in nessun Paese del mondo sono mai emersi contatti organizzati e sistematici fra i due quadranti. Il satanismo “fai da te” è per definizione disorganizzato, non è coordinabile, non obbedisce a “grandi vecchi” né a “terzi livelli”.
Un terzo quadrante è composto da pervertiti sessuali che, senza credere né a Dio né al Diavolo, si servono di pretesti e mascherate “sataniche” per attirare giovani ingenui alle loro attività. Ci sono anche stati casi – rarissimi – di pervertiti feticisti che hanno cercato il contatto con le bande del secondo quadrante per ottenere ossa trafugate in cimiteri e, nei casi più gravi, parti del corpo di persone assassinate. Ma questi pervertiti non vanno confusi con i satanisti organizzati del primo quadrante, che considerano il satanismo una vera e propria religione.
Il quarto quadrante, infine, si riferisce al folklore di ambienti della malavita organizzata che celebrano riti magici, talora con incantamenti o filastrocche dove si menziona il Demonio, come scongiuri in funzione propiziatoria per il successo delle loro imprese criminali. In questi riti entra talora l’uso di parti del corpo di nemici uccisi, e di sangue. Episodi di questo genere si sono verificati soprattutto nell’ambiente della criminalità organizzata latino-americana, ma qualche sospetto è corso anche in Italia, senza che sia stato possibile giungere a conclusioni sicure.
Allo stato delle informazioni disponibili l’episodio del Varesotto è ascrivibile a una tipica banda di balordi del secondo quadrante, dove si sono mescolate in un cocktail perverso musica satanica del tipo più violento, devianza, emarginazione e droga. Qualche migliaio di giovani coinvolti in questo quadrante del satanismo italiano non sono affatto pochi, e rivelano un’area di devianza che non può essere affidata solo alla pur necessaria risposta penale, ma interpella le istituzioni educative, culturali, religiose. Il loro lavoro risulterà meno difficile in un clima non inquinato da allarmi ingiustificati e da sopravvalutazioni del satanismo, che rischiano tra l’altro di renderlo seducente agli occhi di quegli stessi giovani che si afferma di voler proteggere.

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