CESNUR - center for studies on new religions

Gli angeli erano come noi. Lo disse Swedenborg

di Andrea Menegotto (il Domenicale, anno 3, n. 27, 3 luglio 2004)

Alcune sue tesi vennero condannate dalla Chiesa luterana di Svezia, ma lui mai. Visitatore dellíAldilý, riscrisse la teologia allontanandosi dal protestantesimo classico. Presenze e spiriti, ma anche indagini naturalistiche furono il suo pane quotidiano

Emanuel Swedenborg (1688-1772), figlio di un vescovo luterano e membro del parlamento svedese, è particolarmente noto per i resoconti di sapore dantesco delle sue visite nel mondo spirituale. Secondo i suoi scritti, nell’aprile 1745 il Signore gli sarebbe apparso incaricandolo di una missione di rivelatore che lo avrebbe portato a visitare l’aldilà e a spiegare il «senso interno» della Bibbia. Nel 1747 comincia a scrivere i monumentali Arcana Coelestia (sul «senso interno» dei libri della Genesi e dell’Esodo), seguiti da numerose altre opere di sapore teologico.

Alcune sue dottrine (ma non la sua persona) sono condannate dalla Chiesa di Svezia nel 1770. In effetti, egli nega la dottrina della Trinità, che - secondo la sua interpretazione - trasforma in persone distinte quelle che in realtà sono delle «funzioni» diverse di Dio. Quanto ad Adamo ed Eva, per Swedenborg questi non sono personaggi storici, ma semplici personificazioni della Chiesa antica destinata a essere sostituita da una Nuova Chiesa. Con tale presupposto cade il legame fra il peccato originale e la redenzione da parte di Gesù Cristo; in quest’ottica l’incarnazione di Dio rimane necessaria, tuttavia non per i motivi teologici condivisi pressoché dall’unanimità delle denominazioni cristiane, ma a causa di un dramma celeste nel mondo degli spiriti, il quale risulta peraltro influenzato dalla malvagità diffusa sulla Terra. Secondo il profeta svedese la discesa di Cristo in Terra è necessaria per prevenire l’estensione nell’aldilà del regno di Satana e questa «vittoria» rende possibile la salvezza degli uomini, grazie però al pentimento individuale e non alla funzione vicaria della morte di Cristo.

Una personale teologia della storia

Fra i sacramenti Swedenborg ammette solo il battesimo e l’eucaristia, interpretata in senso allegorico come «unione» con la sapienza e la verità del Signore. Con essa il fedele si introduce direttamente in Paradiso, sulla base di una dottrina delle corrispondenze che ammette una comunione con gli abitanti del mondo spirituale che inizia già durante la vita terrena degli esseri umani. Dopo la morte, questi risiedono per un periodo non superiore a trent’anni nel «mondo degli spiriti», da cui – in base alle loro inclinazioni – si dirigono verso il Cielo o verso l’Inferno, che peraltro non è una condizione definitiva: i dannati (solo se lo vogliono) possono ancora essere istruiti nella verità e salvati. Inoltre, secondo la dottrina swedenborgiana, angeli e demoni sono stati tutti all’origine persone umane.

Swedenborg propone inoltre anche una teologia della storia, distinguendo quattro grandi periodi che corrispondono ad altrettante «Chiese»: antidiluviana, asiatico-africana, mosaica e cristiana. La Chiesa cristiana attraversa, a sua volta, quattro periodi: pre-niceno, greco, cattolico e protestante.

Nel periodo terminale di ogni Chiesa si verifica una crisi, in cui molti uomini vanno verso l’Inferno e pochi verso il Paradiso. Al termine di questa crisi si verifica in Cielo un giudizio universale (l’ultimo è avvenuto nel 1757, e Swedenborg dichiara di avervi assistito) che prepara la nascita di una nuova Chiesa. Importante è infine la distinzione fra l’amore coniugale e l’amore materiale o «scortatorio»: solo l’amore veramente coniugale, che per il profeta svedese è piuttosto raro, è paradisiaco e può continuare in Cielo.

Secondo J. Stillson Judah, Emanuel Swedenborg - insieme al medico svevo Franz Anton Mesmer (1734-1815), fondatore della teoria del «magnetismo animale» - sta all’origine della cosiddetta «corrente metafisica», la quale si colloca a metà strada fra il protestantesimo in senso stretto e un’area che non è più protestante.

Chiese su Chiese, scismi e rotture

Egli tecnicamente annuncia, ma non fonda, una «Nuova Chiesa», che è invece fondata dopo la sua morte nel 1787 in Inghilterra sulla scia delle attività del pastore anglicano John A. Clowes (1743-1831) e del tipografo Robert Hindmarsh (1759-1835). Nel 1789 la Chiesa swedenborgiana di Londra è organizzata come «General Conference of the New Church», cui fa da pendant negli Stati Uniti la General Convention of the New Jerusalem in the United States of America, che dal 1966 fa parte del Consiglio Nazionale delle Chiese degli Stati Uniti. Dalla General Convention si è separata nel 1890 un’organizzazione con sede a Bryn Athyn, a qualche chilometro da Philadelphia, oggi denominata General Church of the New Jerusalem, che ha origine dalla predicazione di William Henry Benade (1818-1905), incentrata sulla teoria dell’infallibilità degli scritti di Swedenborg e sulla restaurazione di un sistema di sacerdozio a tre gradi (episcopato compreso). La General Church di Bryn Athyn si è sviluppata in diversi paesi del mondo, anche se ha dovuto subire nel 1937 un piccolo scisma intorno alla questione del «senso interno» degli scritti di Swedenborg, che ha portato alla fondazione di un gruppo, con sede pure a Bryn Athyn e missioni in diversi paesi del mondo, chiamato Lord’s New Church which is Nova Hierosolyma. Una Fondazione Swedenborg diffonde la conoscenza delle opere dell’autore svedese a prescindere dalle differenze e dalle divergenze fra le varie denominazioni. In paesi come l’Italia, dove non esiste una presenza organizzata delle Chiese che si rifanno a Swedenborg, la Fondazione funge da punto di riferimento per le non poche persone interessate alla figura del mistico svedese.

Sulle orme di Linneo?

Se gli studi storico-religiosi oggi si soffermano con convegni accademici e pubblicazioni sull’importante figura del profeta, non tutti sanno che il nome di Swedenborg compare non a torto anche nelle pagine dei manuali di storia della scienza, essendo lo stesso ricordato come uno dei più illustri scienziati e filosofi naturali scandinavi del Settecento. Non lo dimentica certo Jane Williams-Hogan (che allo studio Swedenborg e dello swedenborgianesimo ha dedicato tutta la sua vita di studiosa), autrice di un nuovissimo volume, già dai suoi esordi editoriali ampiamente apprezzato dagli specialisti del settore, in cui con rapidi ma intensi tratti descrive la vita, la crisi spirituale, la vocazione, la dottrina e le organizzazioni che si sviluppano a partire dalle opere del mistico svedese, considerato - a seconda delle interpretazioni - un precursore della filosofia americana dell’Ottocento, dello spiritismo, della psicoanalisi o del New Age, ma in ogni caso, figura chiave per comprendere una vasta parte della religiosità contemporanea.

Il fatto che Swedenborg si accosti da scienziato e da filosofo naturale alla sua vocazione di mistico e profeta non risponde solo al fatto che a queste attività egli ha dedicato la sua prima parte della vita, ma rappresenta un invito a riflettere circa la non contraddizione fra scienza, ragione ed esperienza religiosa, sempre più chiamate - dopo i secoli di propaganda atea e materialista - ad essere considerate non antagoniste, ma compagne di viaggio nell’animo umano che, indagando i misteri del creato, si chiede spesso «Chi» stia all’origine dello stesso.

swedenborg
Jane Williams-Hogan, Swedenborg e le Chiese swedenborgiane

Elledici, Leumann (Torino) 2004, pp. 136, Euro 9,00, ISBN 88-01-02849-0

ordina questo libro

[Home Page] [Cos'è il CESNUR] [Biblioteca del CESNUR] [Testi e documenti] [Libri] [Convegni]

[Home Page] [About CESNUR] [CESNUR Library] [Texts & Documents] [Book Reviews] [Conferences]