CESNUR - center for studies on new religions

Induismo sconosciuto
Una religione in senso canonico non la è, ma neppure un patchwork incoerente di fedi

di Andrea Menegotto (da il Domenicale, anno 2, numero 40, 4 ottobre 2003)

Definire l’induismo è difficile, dal momento che si tratta di una realtà diversa da quanto normalmente si intende per religione. L’induismo, infatti, non ha un’organizzazione, non è unitario e neanche possiede una dottrina ufficiale.

A dire il vero, neppure si auto-definisce con il termine «induismo» e si presenta piuttosto come un insieme di svariati movimenti religiosi e di tradizioni che paiono – almeno a prima vista – non avere quasi nulla in comune.

Tuttavia, nel suo recente e agile volume L’Induismo, pubblicato per i tipi della Elledici di Leumann (Torino), Reender Kranenborg sostiene che il tradizionale accostamento che considera l’induismo come un qualcosa di unitario può essere mantenuto, in quanto l’accurata indagine storica e dottrinale condotta dal medesimo autore fa emergere temi e atteggiamenti comuni ai molteplici gruppi e alle diverse correnti, i quali non solo definiscono l’induismo stesso come corpus non unitario ma in qualche modo coerente, ma anche l’anima profonda dell’India.

Sostanzialmente, le diverse correnti hanno in comune il fatto di essere radicate nella tradizione dei Veda (termine indiano che può essere tradotto con «conoscenza»), testi scritti raggruppati in quattro raccolte che si formano – a partire da tradizioni orali – dal 1200 a.C. circa; non a caso la differenza principale con altre due religioni tipicamente indiane quali il buddhismo e il giainismo si gioca appunto nell’estraneità di queste alla tradizione vedica.

Nel suo complesso lo studio di Reender Kranenborg si configura come un superamento delle idee «turistiche» che condizionano la visione diffusa dell’India da parte degli occidentali e rappresenta senza dubbio un contributo fondamentale per favorire la comprensione di una realtà non trascurabile nel panorama non solo religioso, ma anche geopolitico mondiale. Il libro – di fatto – risponde pienamente a quanto il lettore si può aspettare dalle credenziali accademiche dell’autore, il quale, nato nel 1942 in Olanda, dopo avere studiato teologia e indologia a Kampen, Utrecht, Amsterdam e Praga ha conseguito il dottorato di ricerca con una tesi dedicata appunto all’induismo, specializzandosi poi nello studio dei nuovi movimenti religiosi. Professore associato presso la Vrije Universiteit di Amsterdam, è membro del comitato scientifico internazionale del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni, con sede principale a Torino), il cui direttore, Massimo Introvigne, è pure direttore della collana Religioni e Movimenti, di cui il volume dell’accademico olandese rappresenta per il momento l’ultima novità in libreria.

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