CESNUR - center for studies on new religions

Distruggere gli States
È il programma, si sa, dei movimenti islamisti internazionali.
Che sono religiosi, non altro

di Andrea Menegotto (il Domenicale, anno 2, numero 44, 1 novembre 2003)

Romano Bettini, autore prolifico, docente di Sociologia del Diritto e Criminologia alla Facoltà di Sociologia dell’Università di Roma «La Sapienza», membro straniero dell’Accademia russa delle scienze naturali, da cui è stato decorato per il suo contributo allo sviluppo della scienza e dell’economia, è autore del recente volume Delenda America. Iperterrorismo islamista e anomia internazionale, pubblicato da Franco Angeli nella collana Sociologia.

Con i tragici eventi dell’11 settembre 2001 il terrorismo apocalittico di matrice islamica pare avere perfezionato il proclama «Delenda America» e minaccia tutto il mondo occidentale. Le stragi, indifferenti ai principi del diritto bellico internazionale; aprono l’era delle cosiddette guerre asimmetriche. Il terrorismo internazionale è foraggiato e nascosto da «Stati furfanti» (o «rogue States ) e tende a destabilizzare la sicurezza mondiale, trovando autolegittimazione nella «neutralizzazione» delle vittime messa in atto in nome di ingiustizie pregresse e di principi religiosi che, secondo l’autore, sono in realtà «manipolati».

Il volume si dispiega in due direzioni: da un lato il tentativo di spiegazione del fenomeno e dall’altro la critica alle sue giustificazioni.

In particolare, Bettini spiega il fenomeno del terrorismo internazionale utilizzando le teorie sociologiche di Émile Durkheim (1858-1917) e di Robert King Merton (1910-2003), trasponendole dal piano della singola società a quello internazionale: in sostanza i paesi arabi, che soffrono una grave e continua crisi economico-sociale non sopportano il loro gap attuale rispetto ai paesi più sviluppati, il quale è oltretutto psicologicamente amplificato dal ricordo degli antichi fasti storici.

La critica si orienta soprattutto nella confutazione dell’idea per cui la superiorità tecnologica ed economica dell’Occidente è da attribuire al colonialismo e non ai migliori modelli socio-politici ed economici adottati.

Le conclusioni rappresentano una riflessione sul diritto come regola della convivenza per la collettività internazionale e sul contrasto al terrorismo non solo militare, ma anche critico e dialogico.

Il volume di Bettini – non privo di analisi degne di nota – rappresenta un ulteriore contributo al dibattito in corso circa il significato del terrorismo internazionale, tuttavia la prospettiva generale che emerge dall’opera è tale da identificare di fatto il terrorismo come «manipolazione» della religione islamica e – in fondo – il motivo religioso come «sovrastruttura» rispetto ad altri motivi in qualche modo più «reali».

In realtà, lo studio attento delle origini e degli sviluppi di alcuni movimenti fra i principali attori che calcano la scena del terrorismo internazionale di matrice islamica (sul punto si veda, per esempio, i due volumi di Massimo Introvigne, Osama bin Laden. Apocalisse sull’Occidente e Hamas. Fondamentalismo islamico e terrorismo suicida in Palestina, entrambi pubblicati da Elledici di Leumann [Torino]) mostra come i movimenti religiosi hanno molto spesso – e anzitutto – cause e motivazioni religiose.

cover Romano Bettini, Delenda America. Iperterrorismo islamista e anomia internazionale, Franco Angeli, Milano 2003, pp. 144, € 13,00.

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