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Milingo admits 'mistakes,' is given church

by Eric J. Lyman (United Press International, October 1, 2002)

ROME-- Catholic Archbishop Emmanuel Milingo, who created a scandal when he married a South Korean woman last year, will start his new Catholic ministry in a village outside of Rome late this month, Vatican officials said Tuesday.
Milingo, 72, has been a controversial church figure for a decade. But after a yearlong retreat in Argentina, the Zambian-born Milingo said in a televised interview he now recognizes his past actions were mistakes and he was eager to put them behind him. But he also said he was not yet prepared to meet with Maria Sung, the South Korean woman Milingo married last year in a mass wedding in New York led by the Rev. Sun Myung Moon.
"I love everyone and to love everyone includes Maria Sung," Milingo said during the interview taped for the television program Porta a Porta. "But what has passed has passed. I have to start again with much faith and much love. I have to go forward."
Milingo did not repeat speculation originally raised in his autobiography, "The Fish That Was Fished Out of the Mud," that he might have been brainwashed when he triggered an uproar by marrying Sung, a 43-year-old acupuncturist selected for him by Moon. The Vatican requires its priests to remain celibate.
He did confirm the book's statements that the Unification Church Moon founded wanted Milingo to create what he called a "parallel African Catholic Church," separate from the Holy See and led by Milingo himself.
The book, released in Italian earlier this month, has been selling "briskly," according to Feltrinelli, Italy's largest bookstore chain. The publishers, Rome-based Edizioni Paolini, told United Press International there are plans to release the 160-page volume written with the help of Italian journalist Michele Zanzucchi in other languages, though a spokesman did not provide details.
Milingo also did not discuss Sung's charge he was the father of a child Sung gave birth to earlier this year. In the past, Milingo has sidestepped questions about whether the marriage with Sung was consummated.
After the marriage, Milingo and Sung -- who had to communicate through a translator -- honeymooned in South Korea and then lived together briefly in New York City. In August 2001, Milingo was called to the Vatican to meet with Pope John Paul II. In the televised interview, Milingo said that during the audience he spontaneously threw himself at the pontiff's feet to ask for forgiveness.
Shortly after that meeting, Milingo disappeared on a secret yearlong retreat that he said consisted mainly of "prayer, reflection, writing and composing religious songs" based on his experiences.
Sung accused the Vatican of holding Milingo against his will, a charge denied by the Rev. Enrico Pepe, a church representative who appeared with Milingo during the television interview.
"I don't understand how anyone can say that Archbishop Milingo was a prisoner or put under some kind of pressure," Pepe said. "He was a completely free man from the day he met with the Holy Father."
The headline-grabbing marriage to Sung was not Milingo's first time in the spotlight. He resigned from his post as the archbishop of Lusaka in Zambia in 1983 after a series of faith healings and exorcisms the Vatican said were reminiscent of pagan rituals and not in line with traditional church teachings.
John Paul gave Milingo a post in the Vatican, but he was removed from that job after people flocked to the Holy See seeking cures.
For the first time since then, Milingo will have an official church job when he takes up his ministry in the village of Zagarolo, just east of Rome, by late October. Local news reports said a wealthy but unnamed church patron has donated a nearby villa for Milingo's use.

"Maria Sung deve essere sicura del mio amore"

("La Stampa", 1° ottobre 2002)

Milingo, pensa di poter incontrare di nuovo in futuro Maria Sung?

«No, penso che ora sia un po´ difficile. Ho seguito quel principio dei "Focolarini", amare tutti, e amare tutti significa includere Maria Sung, e di questo lei non deve dubitare; devo amare tutti, non posso escludere Maria Sung. Lei deve essere sicura che l´amo, continuo a pregare per lei, le voglio bene e anche lei deve avere lo stesso atteggiamento verso di me».

Quando pensa di riprendere la sua attività?

«Ascoltavo con molta attenzione quello che diceva Sua Eccellenza il vescovo di Palestrina; io farò tutto il possibile per fare quello che il Santo Padre mi dirà, con l´appoggio di mons. Bertone e della Congregazione per la Dottrina della Fede, che mi aiutano in nome della Chiesa».

Continuerà a celebrare i riti di guarigione?

«Eh sì, pero quando si dice riti....dicendo riti sembra che abbiamo qualche cosa di magico. Non è così. Noi facciamo la preghiera per gli ammalati. Ascoltiamo i loro problemi, è necessario ascoltare, ascoltare è il 75%. Poi dico una preghiera semplice: Signore tu eri insieme con noi quando il nostro fratello parlava dei suoi problemi, ti chiedo di non farlo tornare a casa a mani vuote. Con questa semplicità il Signore fa migliaia di cose che io non conosco».

Come ricorda l´incontro col Papa?

«Una persona come lui che ha autorità suprema in tutta la Chiesa mondiale! Secondo la nostra tradizione africana, negli anziani noi troviamo sempre saggezza, quello che dicono è quasi un ultimatum, è valutato così. Quando il Papa mi ha detto: in nome di Gesù Cristo torna alla Chiesa cattolica, era la cosa più definitiva che mi poteva dire. Per questo ho facilmente accettato: in parte per la tradizione africana, e in parte perchè oltre al nome di Cristo non c´era altro che mi potevo aspettare di più dal Santo Padre».

Si è gettato ai piedi spontaneamente, o si era preparato?

«Spontaneamente. Poi più di questo che mi ha impressionato è che ero pronto a dire uno, due, tre quattro, e pensavo: lui sarà convinto di quello che dirò. Ma quando mi sono trovato davanti a lui ho visto quest´abbraccio, così forte, così materno, questo amore materno che aspettava; in un momento ero totalmente coperto di questo, non ho detto più niente. Era il 1983 quando ho incontrato per l´ultima volta il Santo Padre. Allora quando l´ho visto a Castelgandolfo un anno fa il mio atteggiamento era: ah! finalmente devo dire tutto quello che devo dire. Avevo questa forza da toro anziano.
Però avevo anche l´atteggiamento di conoscere profondamente, di ascoltare la ragione che mi può dare, a me che ho sbagliato, il Santo Padre. Invece lui non discute niente. Non discute con me di niente. Io ero già contento che stavo a casa, ero a casa, ricevuto da lui. Non ha moltiplicato le accuse dicendo: tu sei cattivo, guarda che scandalo hai fatto, non ci pensavi? Niente di questo mi ha detto. Io lo saluto, lui mi da una sedia e mi dice: In nome di Gesù Cristo ritorna nella chiesa cattolica! Basta! Non ha aggiunto neanche una parola. Poi io parlavo, parlavo, parlavo. Lui non ha aggiunto altro. Infine ha detto: vai a parlare con il vescovo Bertone, lui ti dirà quello che devi fare. Era giusta la mia sottomissione, perchè ho fatto soffrire anche lui, la mia umiltà, per accelerare io devo essere di nuovo sotto la sua autorità».

E il periodo passato in Argentina?

«Avevo un cuore che bolliva, la mente che bolliva. Aspettavo, andavo avanti, aspettando che cosa il Signore dirà. Ogni giorno il Signore mi confermava: tu sei sulla via giusta. Così piano piano, con l´aiuto dei fratelli che erano lì, la fraternità focolarina sacerdotale, potevo trovare il mio appoggio, meditando insieme con loro, era il mio aiuto spirituale, in ogni momento. E così finalmente ho trovato la via giusta. Ho speso giorni pieni di felicità. Avevo un mio programma fisso per la preghiera, per scrivere, per comporre musica e tante altre cose che volevo fare e ho realizzato, perché c´era più tempo per riflettere».

Ha composto un´opera nuova?

«Sì, l´ho fatto; ero diviso fra la lingua inglese e la lingua vernacolare dello Zambia; era facile fare la parte dell´opera dello Zambia, ma esprimere sentimenti in lingua inglese era difficilissimo. Sono arrivato a undici canzoni».

Come giudica i Moon?

«Anche questo devo prendere dal Vangelo: non posso giudicare e non posso condannare. Non è il mio compito».

Alla fine che cosa si sente di dire a tutti quelli che sono rimasti disorientati da ciò che è successo?

«Voglio ringraziare tutti, non era facile accettare le prove che ho subito per il ritorno, ma con le preghiere e i sacrifici.... ci sono altri che hanno fatto sacrifici più di me stesso. Hanno scritto le lettere e hanno sofferto. Voglio ringraziare tutti loro, chiedo che continuino a pregare per me. Quello che è passato è passato, dobbiamo ricominciare con tanta fede e con tanto amore, e andiamo avanti, e che il Signore ci guidi e ci aiuti».

"Milingo: non mi sono mai separato da Dio"

di Marco Tosatti ("La Stampa", 1° ottobre 2002)

ROMA - Milingo è riapparso in pubblico, per la prima volta dal suo ritorno in Italia, e ben presto potrà tornare alle sue «preghiere di liberazione» a Zagarolo, vicino a Roma. Il vescovo dello Zambia ha partecipato ieri sera, in diretta, alla trasmissione «Porta a Porta» di Bruno Vespa. Ma non in studio: Milingo ha assistito alla trasmissione, e ha risposto alle domande del conduttore dal suo «nascondiglio» vicino a Roma, probabilmente una comunità di Focolarini ai Castelli. Accanto a lui era seduto mons. Enrico Pepe, il sacerdote che lo ha sempre accompagnato, dal giorno del clamoroso ritorno sotto il manto della Chiesa cattolica nell´agosto 2001. Il vescovo ha assistito anche all´intervista registrata con Maria Sung, la donna coreana con cui è stato sposato secondo il rito della chiesa di Moon. Alla signora Sung è stata chiesta un´opinione sulle affermazioni di Milingo, contenute nell´intervista-autobiografia «Un pesce ripescato dal fango». «Neanche un bambino ci crederebbe - ha risposto seccamente la donna - non credo a quello che dice. Se qualcuno afferma questo in un´intervista o in libro è semplicemente folle. Non ne so molto della Chiesa cattolica, ma ho sentito dire che a volte possono fare impazzire le persone. Ci siamo sposati davanti a tutto il mondo. Milingo era perfettamente sano di mente. Forse adesso potrebbe essere diventato pazzo». Sulla situazione attuale dell´ex arcivescovo di Lusaka, la Sung ha affermato: «Tutti sanno che l´arcivescovo Milingo non è libero. Non c´è altra spiegazione da dare, non è libero. Non eravamo persone speciali, eravamo marito e moglie, e volevamo un bambino». Milingo non ha risposto, ha parlato invece mons. Pepe: «La signora Sung dice cose infondate. Non è mai stato prigioniero in Vaticano neanche un giorno. Ha potuto rispondere a tutte le lettere che riceveva, e parlare al telefono con chi voleva. Ha parlato con suo fratello in Zambia, con il nunzio, con altre persone. E´ stato sempre un uomo perfettamente libero fin dal giorno in cui ha incontrato il Santo Padre». Del futuro di Milingo si interessa anche il vescovo di Palestrina, la diocesi in cui Milingo opererà. Il presule ha ricordato che le preghiere di liberazione non possono essere compiute durante la messa, uno dei motivi di attrito in passato fra Milingo e la gerarchia cattolica. Del progetto dei Moon di creare uno scisma in Africa Milingo non ha parlato molto: ha detto che c´era un progetto nella sua cartella, e che è sparito. Ha insistito sul fatto che «mai era mia impressione di essere separato dalla Chiesa, di lasciare la Chiesa cattolica, mai. Per questo ovunque andavo io celebravo la messa, ogni giorno celebravo la messa e leggevo il mio breviario, dicevo il rosario. Mai mi sono separato da Dio». Ma molti suoi fedeli nel frattempo lo avrebbero abbandonato.

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