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Introvigne Announces Publication of the New "Encyclopedia of Religions in Italy" - Interview with "La Stampa" of January 3, 2001 Massimo Introvigne annuncia la pubblicazione della "Enciclopedia delle religioni in Italia": intervista a "La Stampa" del 3 gennaio 2001

On January 3, 2001 Massimo Introvigne, CESNUR's Managing Director, announced through a lengthy interview with Italian national daily newspaper "La Stampa" the publication of the "Encyclopedia of Religions in Italy", due Spring 2001 with the Turin publisher Elle Di Ci. Introvigne, the general editor of the Encyclopedia (co-editors are PierLuigi Zoccatelli, Veronica Roldán and Nelly Ippolito Macrina), talked to Marco Tosatti, a leading journalist specialized in religious issues, and announced that the Encyclopedia will have more than 600 entries on religious and spiritual groups active in Italy, and include statistics and discussions on how these data have been gathered. He also stated that Roman Catholicism remains much stronger in Italy than elsewhere. The full text (in Italian) of the interview follows.

Il 3 gennaio 2001 Massimo Introvigne, direttore del CESNUR, ha annunciato tramite una lunga intervista a "La Stampa" la pubblicazione, prevista per la primavera 2001, della "Enciclopedia delle religioni in Italia", edita da Elle Di Ci. Introvigne, curatore dell'enciclopedia - con PierLuigi Zoccatelli, Veronica Roldán e Nelly Ippolito Macrina - intervistato da Marco Tosatti, uno dei più noti vaticanisti italiani, ha spiegato che l'Enciclopedia comprenderà voci e riferimenti a più di seicento gruppi non necessariamente "religiosi" ma comunque "spirituali" attivi in Italia, e includerà sia statistiche, sia discussioni su come i dati statistici sono stati raccolti. Introvigne ha pure affermato che la religione cattolica resta assai più solida in Italia di quanto non sia in altri paesi. Segue il testo completo dell'intervista.

Italia, Paese delle 600 fedi - Introvigne: «Ma il cristianesimo resiste»

di Marco Tosatti ("La Stampa", 3 gennaio 2001)

CITTA’ DEL VATICANO Quante sono le religioni degli italiani? Le ha contate Massimo Introvigne, uno studioso che da decenni segue l’evolversi e lo sviluppo di sette e religioni antichissime o fresche di nascita, non solo nel nostro paese, ma in tutto il mondo.
Nei prossimi mesi uscirà per i tipi della «LDC» un’enciclopedia delle fedi ospitate dalla Penisola. Che sono, come ci dice Introvigne, circa seicento: «Abbiamo seicento schede di realtà religiose di una certa consistenza in Italia. E abbiamo preso contatto quasi con tutti, il che ci ha permesso di compiere un’operazione che desideravamo fare da molti anni».
E cioè?
«Fare un conto dal basso. Di solito questo calcolo è stato fatto a campione, ma è insoddisfacente, perchè le realtà più piccole vengono sottostimate. E abbiamo trovato che coloro che praticano una religione non cattolica in Italia sono l’1,92 per cento, fra i cittadini italiani. Se invece mettiamo anche i residenti arriviamo al tre per cento circa, perché ci sono molti musulmani, e anche molti ortodossi, soprattutto rumeni».
Qual è la realtà maggiore?
«Il gruppo più grosso, organizzato, sono i Testimoni di Geova, circa 400 mila, se alle loro cifre aggiuggiamo anche i bambini e i vecchi che loro non contano. Poi c’è una bella presenza di pentecostali: più di metà dei protestanti sono pentecostali. E poi i buddisti, che mi sembra siano arrivati a 74 mila. E via via tutti gli altri. E’ chiaro che sugli immigrati il conto è più difficile, perchè ci sono i clandestini. I conti dei musulmani sono notoriamente difficili».
Ma quanti sono in realtà?
« Mi pare che noi arriviamo a dire 600 mila, non è una parte che ho seguito io. Le associazioni dicono un milione, ma sono probabilmente troppi. E lo stesso dice qualche forza politica che vuole suscitare allarme, ma non sono un milione».
In realtà lo studio che sta per uscire presenta notevoli discrepanze con alcuni dei luoghi comuni che s’incontrano facilmente nel mondo delle fedi «altre». Per esempio, in relazione agli induisti. Secondo Introvigne gli induisti, anche immigrati, sono diecimila. «Per la Caritas sono cinquantamila, ma la differenza sta nel fatto che noi andiamo a vedere i templi e chi li frequenta, e la Caritas prende tutti quelli che sono indiani e li calcola come induisti. In realtà stiamo misurando cose diverse: noi vediamo chi dà qualche segno di pratica religiosa, e loro chi è nato in una religione. Questo naturalmente vale anche per i cattolici».
Già. Quanti sono i cattolici italiani?
«Se uno prende i battezzati sono il 97 per cento. Se invece si tiene conto di alcuni segnali indicatori di pratica e di contatto con la chiesa sono fra il 35 e il 40 per cento. Ho visto uno studio recente, canadese, che dà il 25 per cento; il che comunque ci darebbe la seconda percentuale più alta del mondo, dopo le Filippine. Con questo criterio severo lo studio canadese, che forse esagera, dà l’uno per cento in Francia. Con i nostri criteri in Francia risulta il dieci, e in Italia il trentacinque per cento».
La Francia appare comunque il paese più attento, in terreno di controllo sulla religione e sulle sette. Addirittura si sta tornando a reintrodurre il vecchio reato di «plagio» abolito in Italia dal 1981. «Una studiosa francese, Danielle Hervieu-Léger, parla di follia collettiva e d’isteria politica, perché c’è un’unanimità dall’estrema destra alla sinistra, all’idea che le sette sono una cosa gravissima, e bisogna fare qualche cosa». I suicidi di massa in Svizzera nel «Tempio Solare» hanno provocato un’eco profondissima, un grande choc sia in Francia che in Belgio.
«Dalla Francia arrivano le proposte più radicali. Sia in Francia che in Belgio fanno delle liste di organizzazioni; è un’impostazione meno problematica di quella tedesca, per esempio. In Francia tutto passa all’unanimità perché ci si è focalizzati sull’idea di incriminare in qualche modo il lavaggio del cervello». Non è un caso che solo in Francia esista la «Missione Interministeriale di Lotta alle Sette (Mils); «il termine dice che già non si tratta più di osservare, le sette ma di lottare».

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