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Da Basmagi al Vangelo Quadrangolare: l’Enciclopedia delle religioni in Italia censisce piccoli e grandi gruppi

E tu, di che setta sei?

I «non cattolici» sono un milione

di Marco Tosatti ("La Stampa", 11 maggio 2001)

Se nell’Islam i nomi di Allah sono cento (anzi novantanove, perchè il centesimo è noto a Lui solo) nella penisola sono molto più numerosi i modi di chiamare Dio, e l’ Enciclopedia delle Religioni in Italia li elenca tutti. Un gruppo di studiosi, guidati dal grande specialista in credenze, sette e religioni Massimo Introvigne, ha preparato per i tipi della LDC un’opera imponente (quasi mille pagine) completa di nomi, indirizzi, numeri di telefono e e-mail. Oltre seicento le varie denominazioni (616, per la precisione) il che fa parlare di una vera invasione delle sigle, più che di un’invasione delle sette, dal momento che in tutto i «non cattolici» totalizzano, secondo i calcoli di Introvigne, Zoccatelli, Macrina e Roldàn, nean che il due per cento della popolazione: un milione circa. Quello che manca in quantità, non fa difetto in varietà e fantasia. Gabriele Basmahdj, italianizzato per semplicità in Basmagi, riunisce intorno alla sua Chiesa Cattolica dei Siri di Antiochia un buon numero di fedeli, attirati anche dalle sue opere miracolose: nel 1988 avrebbe sconfitto definitivamente Satana, nel 1989, con l’aiuto della Madonna, avrebbe legato Belzebù; nel 1991 avrebbe acceso il fuoco della Geenna, visibile d’altronde a chiunque n ell’eruzione dell’Etna. «In quel momento Basmagi prende il posto di Gesù e dà inizio al giudizio attraverso la separazione delle pecore e dei capri». Sorridete? Non hanno sorriso nè la diocesi di Padova nè quella di Vicenza, obbligate a emanare avvisi e notifiche per allertare il proprio gregge. Basmagi fa preghiere, esorcismi e miracoli in televisione. Invece vogliono meno pubblicità possibile i «Due a due», discedenti spirituali di uno scozzese, William Irvine, di radice protestante che rifiutano di essere chiamati nè con il nome che gli viene attribuito nè con qualsiasi altro nome. «Non costruiscono chiese o cappelle, non ordinano ministri o pastori, non stampano libri nè opuscoli dottrinali». Si affidano alla Bibbia e alla predicazione orale, girando appunto a coppie, mantenuti dalle offerte d ei fedeli nelle zone che visitano, e convertono di casa in casa. Sono solo un esempio di un’impressionante frammentazione di fedi, o «sette» dalle sfaccettature imprevedibili. Così abbiamo la Chiesa del Vangelo Quadrangolare (La Spezia, Barletta, Brescia, Torino, Catania e Verona), e le Chiese pentecostali Zaccardiane, che hanno «una posizione di grande riserva nei confronti delle fotografie, ritenute a rischio di violare il divieto biblico delle immagini. Troviamo il Gruppo Evangelico Apostolico che ha co me scopo quello di diffondere la «Visione Apostolica» via Internet rivelata durante il «revival gallese» inizio Novecento. L’Italia è poi percorsa da un buon numero di «guaritori indipendenti» che vanno in giro a imporre le mani, così come non siamo privi di chi ci assicura una «copertura di preghiera» contro i demoni, che però sono assistiti da una «copertura di peccato». Sono i gruppi impegnati nella «guerra spirituale», un conflitto vero e proprio, molto personalizzato, perchè la preghiera che funziona contro un demonio può risultare inefficace contro un altro. Mentre suscita dibattito l’uso della «sacra risata», caratteris tica di alcuni movimenti pentecostali: «un accesso irrefrenabile di riso talora accompagnato da un successivo "riposo nello spirito", una sorta di breve svenimento». Dopo i cattolici, la presenza unitaria più strutturata nel Paese è data dai Testimoni di Geova, a cui nell’Enciclopedia si riconosce il merito di aver dato il più alto numero di «martiri» religiosi durante il fascismo: su 142 condannati dai tribunali del Regime per motivi religiosi, ben 83 (quasi il 60 per cento) erano TdG. Una presenza ben consolidata, con un bacino di 400mila persone, e ormai quasi secolare. Mentre frutto fresco e tropicale dell’immigrazione africana sono alcuni coloratissimi movimenti, come la «Chiesa di Gesù Cristo sulla Terra per mezzo del profeta Simon Kimbangu», o il «Santo Ordine dei Cherubini e Serafini». Qualche problema ha avuto la chiesa del «Santo Daime», basata sull’uso dell’«ayahuasca», una bevanda rituale brasiliana estratta da un arbusto dai sospetti effetti allucinogeni. «Daime» in lingua originale significa «dammi», e la parola, presente in molti inni della chiesa, è passata infine a caratterizzare la fede. Basata sullo stesso arbusto è l’esplicita Unione del Vegetale; an che se il nome completo è «Centro Spiritista Benefico Unione del Vegetale». Se la curiosità per le sette e movimenti fuori dell’ordinario non poteva mancare, in un’opera che ha come coordinatore Massimo Introvigne, stupisce comunque il passaggio dall’immensamente grande (religioni con centinaia di migliaia di credenti) all’iper-piccolo. Due esempi: un centro zen capitolino frequentato in genere da sette fedeli. Ancora di più: il «Vitanova-Ente ideale universale della vita», costituito con atto notarile, «non conta tecnicamente membri attivi al di fuori del fondatore, e l’opera di propaganda e diffusione delle idee è condotta tramite un periodico trimestrale». Le pagine dell’Enciclopedia sono un caleidoscopio di simboli, revival, visioni e nostalgie; ci si perde fra Esseni e Neo-templari, Satanisti e Dischi Volanti, Druidi e impressionanti-quanto improbabili liste di Maestri risalenti al Tibet di qualche decina di migliaia di anni fa. E si fa qualche scoperta: per esempio, che il mito del Vampiro è nato in Cina.

Ballano, corrono e si sdraiano i seguaci del grande segreto di Subuh
NUOVI RITI

E’ il «latihan» il grande segreto di Subuh Sumohadiwidjojo, nato a Giava e fondatore del «Subud». Un acronimo originato da tre parole sanscrite: susila, la vita, budhi, il potere divino, e dharma, la legge o volontà di Dio. Una notte del 1925, a Giava, Subuh ha un’intensa esperienza spirituale: vede una stella più brillante del sole, e si sente sommerso da luce e gioia immense. Tre anni più tardi una visione gli ordina di dividere la sua esperienza con altri, e praticare il «latihan», l’esercizio spirituale. Che cos’è il latihan? «Quando il latihan inizia, dovete rimanere rilassati con le mani lungo i fianchi. È una buona cosa chiudere gli occhi...Non dovete cercare di pensare, e nemmeno di non pensare, in effetti, non dovete fare nulla tranne rilassarvi e ricevere quanto verrà a voi. Che cosa può succedere nel latihan? Alcuni muovono la testa, il corpo, le gambe, o le braccia. Alcuni camminano, alcuni danzano, alcuni corrono e alcuni si sdraiano. Alcuni fanno rumore, alcuni parlano, alcuni gridano, alcuni cantano, alcuni ridono e alcuni piangono...La cosa più importante di tutte è ricordare che c’è gente che rimane semplicemente in piedi e non avverte nulla...Ciascuno riceverà a tempo debito quello che è meglio per lui».

L’ultimo profeta. Il pastore pugliese che si fece ebreo

ERA nato nel 1885 a Sannicandro Garganico, in provincia di Foggia, l’ultimo profeta ebraico. Non era neanche ebreo, Donato Manduzio, un bracciante rientrato invalido dalla Prima Guerra Mondiale. Nel 1930 ha una visione dell’Unicità di Dio; e ispirato dalla Bibbia, si allontana sia dai cattolici che da alcuni protestanti con cui era giunto in contatto. «Donato e i suoi seguaci - originariamente tre contadini di Sannicandro - si convincono che occorre seguire il Dio di Israele, ma sono pure sicuri che gli ebrei sono scomparsi da secoli». Un anno più tardi un venditore ambulante gli rivela la verità: nelle grandi città del Nord gli ebrei ci sono; e gli da anche qualche indirizzo di Torino e Firenze. Emozionato, Donato scrive, viene indirizzato alla Comunità di Roma, che dopo molte esitazioni e incertezze infine lo prende sul serio, e lo invita a integrarsi alla comunità di Napoli. Nel 1938, con le leggi razziali, Donato e i suoi seguaci si proclamano coraggiosamente ebrei. Ma vengono rifiutati. Le incomprensioni continuano; anche perchè Manduzio non ama il talmud, e mescola alla religione visioni allegoriche non sempre ortodosse, medicina popolare, e tradizioni locali, spolverate di magia. Nel 1946 l’ufficialità prevale: circoncisione e bagno rituale consacrano l’ingresso degli «ebrei» di Sannicandro nell’alveo ufficiale.

Dopo la morte di Donato, nel 1948, l’epilogo della storia è la partenza per la Palestina della «sua» comunità.

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