CESNUR - center for studies on new religions

"Vi racconto le seicento religioni d’Italia"

Massimo Introvigne ha realizzato la monumentale enciclopedia delle fedi nel nostro paese

di Roberto Gervaso ("Il Giornale", 29 maggio 2001)

Sui movimenti religiosi, Massimo Introvigne, romano di nascita, torinese di adozione, sa tutto. Il Centro studi sulle nuove religioni (Cesnur), da lui fondato e diretto, è l’approdo insostituibile e inesauribile per chi vuole conoscere le religioni.

Una cornucopia di dati e analisi, ora alla portata di tutti - studiosi e curiosi - grazie a una monumentale enciclopedia (più di mille pagine con ampie introduzioni storiche, indirizzi, numeri telefonici, collegamenti Internet).

A dar man forte al professor Introvigne nella titanica impresa: Pierluigi Zoccatelli, Nelly Ippolito Macrina e Veronica Roldàn. E, in più, uno stuolo di collaboratori esterni. Il parto non poteva riuscire meglio.

Com’è nata l’idea di questa Enciclopedia?

"Nel nostro Paese non era mai stata fatta una mappa delle presenze religiose: maggioritarie e minoritarie. Non solo…"

Che altro?

"Molti degli oltre seicento gruppi da noi rubricati esistono solo in Italia, per cui sfuggono alle enciclopedie internazionali tradotte nella nostra lingua".

Quanti anni di ricerca e di stesura?

"Stesa negli ultimi due anni, l’enciclopedia è il frutto di dodici anni di lavoro del Cesnur".

Quante schede?

"Oltre seicento. Ordinate non in modo alfabetico, ma per famiglie spirituali, secondo la loro longevità in Italia".

La prima di queste famiglie spirituali?

"L’ebraismo".

Poi?

"La Chiesa cattolica e i suoi scismi, le Chiese ortodosse, i protestanti, i movimenti profetici e messianici di origine cristiana, l’Islam, l’induismo, il buddismo. Fino ai movimenti magici e al New Age".

Quanti sono oggi, in Italia, i movimenti religiosi?

"E’ difficile distinguere fra movimento religioso e religione. Noi ci abbiamo rinunciato, dedicando, nell’Enciclopedia, schede a 620 realtà presenti nel nostro Paese".

Le religioni e i movimenti religiosi più diffusi?

"I cattolici praticanti sono poco più di un terzo della popolazione italiana".

E le minoranze religiose?

"Rappresentano, fra i cittadini (esclusi gli immigrati), l’1,92 per cento".

La minoranza più maggioranza?

"I Testimoni di Geova, comunità globale di circa quattrocentomila persone. Ma i Testimoni stessi ne contano di meno".

Perché?

"Per loro sono veri "Testimoni" solo quelli che fanno propaganda di porta in porta. Da soli, sono più di tutti i protestanti italiani: 363.000".

I gruppi più numerosi all’interno dei protestanti?

"I pentecostali: 250.000".

In ordine decrescente?

"I 74.000 buddhisti, 21.000 dei quali membri del gruppo buddista giapponese Soka Gakkai".

Questi i cittadini italiani. Gli stranieri?

"Immigrati compresi, e facendo rientrare nella stima anche i clandestini, i dati cambiano"

Come?

"Le minoranze diverse dalla cattolica superano il tre per cento delle presenze, mentre i musulmani balzano al primo posto".

Quanti ne stimate?

"Circa 580.000. Ma aumentano molto (grazie, soprattutto, agli immigrati romeni e di altri Paesi dell’Est) gli ortodossi".

In base a che cosa suddividerli e classificarli?

"Procedendo per famiglie spirituali (ad esempio: protestanti), distinte in sottofamiglie (ad esempio: battisti, metodisti, pentecostali, e così via). E, se necessario, famiglie ancora più piccole".

Cioè

"All’interno dei pentecostali, i pentecostali di origine americana, quelli di origine europea, o nati in America Latina. O di diversa matrice teologica".

I movimenti religiosi più austeri?

"Probabilmente, in Italia, i Testimoni di Geova, che attirano spesso persone alla ricerca di una comunità che dà valore a un’austera morale tradizionale. Ma…"

Ma?

"Ci sono gruppi più piccoli nell’ambito del protestantesimo fondamentalista, che abbiamo rilevato come i Two by Twos ("due a due"), ancora più rigorosi".

E chi gli ha dato questo nome?

"Gli studiosi".

Perché?

"Perché, secondo loro, aver un nome specifico sarebbe già una frivolezza inammissibile".

I più iconoclastici e blasfemi?

"Non senza un pizzico di provocazione, nell’Enciclopedia dedichiamo un’appendice all’ateismo organizzato che - a differenza di quello non organizzato - è spesso "religiosamente irreligioso", con i suoi rituali e cerimonie. Lo sa che c’è una Associazione per lo Sbattezzo".

Che cosa si propone?

"Propone ai cattolici di ‘sbattezzarsi’ con apposita dichiarazione".

I movimenti religiosi più libertini?

"La Religione Raeliana, che nasce da una rivelazione asseritamene trasmessa da extraterrestri al suo fondatore".

Suo scopo?

"Suo scopo e vanto tra l’altro è contestare, spesso con iniziative clamorose, la morale cattolica e affermare che, dal momento che siamo semplici macchine create dagli alieni, non ci sono limiti alla sperimentazione sessuale".

I movimenti religiosi più bizzarri?

"Benché non si dichiarino religiosi, i Men in Red (‘Uomini in Rosso’), abbastanza diffusi nei centri sociali. La loro esperienza è simile a quella di altri culti dei dischi volanti".

Con quale differenza?

"Che i Men in Red sono comunisti. In sostanza, secondo loro, il comunismo per definizione non può essere sconfitto. Dunque, se sembra sconfitto qui in Terra, è perché la Terra è semplice periferia dell’Impero intergalattico".

Semplice periferia dell’Impero intergalattico?

"Sì. Dove, sui più lontani pianeti - da cui ci manda i dischi volanti - il comunismo ha vinto".

Singolare argomento

"Sì: ontologico al contrario".

I più pericolosi?

"Alla periferia della religione, come del resto di altre attività socialmente rilevanti (dalla politica al tifo sportivo), esistono gruppi pericolosi. Ma non bisogna fare di ogni erba un fascio, considerando tutti quelli esotici, o un po’ ‘strani’, come criminali".

Ma questi esistono

"Esistono alcune forme (non tutte) del satanismo e dell’Ordine del Tempio Solare, protagonista dei suicidi e omicidi collettivi del 1994-1995, sui cui legami con realtà italiane l’Enciclopedia fa, per la prima volta, chiarezza".

L’influenza delle fedi orientali su questi movimenti?

"In Italia - non calcolando gli immigrati - i gruppi di origine buddista (74.000 aderenti) sono assai più diffusi di quelli di origine induista o neo-induista (15.000). C’è, poi, un’area di circa 3.000 persone coinvolte in gruppi di origine teosofica".

Nati quando?

"Già nell’Ottocento. Nati da occidentali influenzati dalle religioni dell’Oriente. Più in generale, idee di origine prevalentemente orientale, come quella della reincarnazione, appaiono assai diffuse anche in gruppi cristiani, dove non ci si aspetterebbe di ritrovarle".

Perché il buddismo, da noi, ha avuto, e ha, tanto successo?

"E’ difficile trovare una spiegazione unica, anche perché ci sono gruppi buddisti molto diversi fra loro: dal buddismo tibetano alla Soka Gakkai".

Perché il buddismo affascina?

"Perché non chiede un’appartenenza ‘forte’ e permette di praticare meditazione ed esercizi spirituali senza veramente ‘convertirsi’. Sa quale dato emerge come centrale della nostra ricerca?"

Quale?

"Che in Italia c’è una vasta maggioranza di persone che si dicono religiose (89 per cento), ma meno della metà hanno un contatto regolare con una religione organizzata".

Il "credere senza appartenere".

"O il ‘credo a modo mio’. Che paradossalmente sembra, se così si può dire, la prima vera religione degli italiani".

Perché, negli anni Ottanta, il New Age ebbe tanta fortuna?

"Per lo stesso motivo: permetteva di ‘credere senza appartenere’. Il New Age offre emozioni spirituali, ma non chiede iscrizioni o battesimi".

E’ ancora di moda?

"Un po’ di meno. Tutte le mode passano e, oggi, il New Age è piuttosto diffuso in una versione non più utopica, ma privatistica e individuale, da alcuni chiamata Next Age".

Che cosa distingue, nell’ambito dei movimenti di origine cristiana, le sette dalle chiese?

"Questa è un’altra distinzione che l’Enciclopedia si rifiuta di fare. Un tempo, i sociologi, seguendo Max Weber o Ernst Troelsch, potevano parlare di un ‘tipo-Chiesa’ (cui, in genere, si appartiene per nascita) e di un ‘tipo-setta’ (cui, più spesso, si aderisce volontariamente)".

E oggi?

"Oggi ‘setta’ ha assunto un senso criminologico per designare forme religiose almeno potenzialmente criminali. Ancora non si capisce se chi parla di ‘sette’ lo fa nel senso sociologico tradizionale o in quello criminologico, o polemico, moderno. Si comprende, quindi, come la maggior parte degli specialisti accademici internazionali abbia ripudiato il termine ‘setta’".

L’atteggiamento della Chiesa cattolica verso le minoranze religiose?

"Credo si debba distinguere fra l’atteggiamento del magistero - improntato ad apertura e dialogo con tutti - e l’atteggiamento dei singoli cattolici, che in Italia sono spesso perplessi o in difficoltà".

Di fronte a che cosa?

"A una situazione di pluralismo che non solo è nuova, ma sembra essere esplosa improvvisamente".

Con quali movimenti religiosi il dialogo è possibile?

"Con tutti. Tranne quei pochi che, per principio, lo rifiutano".

Torino è ancora — insieme con Praga e Lione — una delle tre capitali europee e mondiali del satanismo?

"La storia delle ‘capitali’ è un’invenzione relativamente recente, propagata da satanismi in cerca di pubblicità. Sa quando nacque la fama satanica di Torino?"

Quando?

"Nell’Ottocento".

Perché?

"Per un motivo politico. I governi risorgimentali, pur di dare noia alla Chiesa cattolica, tolleravano in città gruppi occultisti in una misura ignota alle altre capitali europee".

Solo per questo?

"No. Anche perché i cattolici ostili al Risorgimento speculavano su Torino ‘capitale del Diavolo’. Dagli inizi del XX secolo in poi, a Torino sono nati gruppuscoli satanisti (che complessivamente riuniscono meno di cento persone). Ma il fenomeno non è più vistoso che in altre grandi città italiane ed europee".

E la storia dei "quarantamila satanismi a Torino?"

"Falsa".

Perché, in tanti fatti di cronaca nera (vedi la strage di Novi Ligure), viene tirato in ballo il satanismo?

"Perché, accanto al minuscolo satanismo organizzato, c’è un interesse per il satanico, la magia nera, l’‘ombra’ oscura e i simboli negativi, generalmente presso fasce giovanili molto più ampie. Qui non si tratta tanto di religione, ma di devianza giovanile".

Cos’è il satanismo dal punto di vista storico e sociologico?

"Un minuscolo fenomeno che, al momento della sua massima espansione (probabilmente gli anni 1970), non ha coinvolto più di cinquemila persone in tutto il mondo".

E cos’è il satanismo dal punto di vista teologico?

"E’ l’adorazione — simbolica o convinta- del personaggio chiamato Satana, o Diavolo, nella Bibbia. Da un certo punto di vista, il satanismo deve credere a quanto riferisce la Bibbia. Solo che…"

Solo che?

"Come alcuni di loro dicono, fa il tifo per l’altra squadra".

C’è satanismo senza possessione?

"Sì. Raramente il satanista sperimenta la possessione, anche se gli piacerebbe. Spesso, dal punto di vista cattolico, il posseduto non ha colpe".

Cioè?

"Trova il Diavolo senza cercarlo. Il satanista cerca il Diavolo disperatamente e, il più delle volte, non lo trova".

Il migliore alleato di Satana?

"L’uomo, ma non necessariamente il satanista, con le sue candele rosse e croci rovesciate. Sa cosa penso?"

Cosa pensa?

"Che Satana sia molto meglio servito dalle malvagità, meschinità e debolezze di ognuno di noi che dai satanismi con tutto il loro folklore".

E chi è il migliore alleato di Dio?

"Dio non ha bisogno di alleati, ma - se ci si pone dalla prospettiva della Bibbia - vuole stringere un’alleanza con gli uomini".

E, da questo punto di vista, il suo migliore alleato?

"Ancora l’uomo. Del resto, già Sant’Agostino descriveva la città degli uomini come sempre peregrinante, sempre a metà strada fra la città di Dio e quella del Diavolo. E’ questo miscuglio, strano ma affascinante, del meglio e del peggio, che rende le esperienze ultime degli uomini, a cominciare proprio da quella religiosa, degne di studio".

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