CESNUR - center for studies on new religions

"Torino, città d’infedeli"

Dall’Islam ai Testimoni di Geova, ai Valdesi: oggi il Centro Sudi sulle Nuove Religioni (CESNUR) presenta l’Enciclopedia delle religioni in Italia

di Federica Furino ("Il Giornale del Piemonte", 5 giugno 2001)

Sembrano esserci luoghi di frontiera, dove i percorsi che gli uomini hanno intrapreso alla ricerca del loro Dio, che sembrano incontrarsi per un attimo per poi separarsi di nuovo. Crocicchi ideali, in cui anche le pietre appoggiate sulla terra e i mattoni delle case assistono all’incontro dell’eremita con il profeta che parla alle folle, e dell’asceta immerso nella beatitudine della meditazione con il missionario che cerca Dio nelle sofferenze del mondo. Torino e il Piemonte sono uno di questi luoghi dello spirito.

A regalarci il quadro della capitale subalpina nelle vesti di Babele della fede è Massimo Introvigne, curatore della prima "Enciclopedia delle religioni italiane", che sarà presentata oggi dal Cesnur di Torino, il più grande centro studi sulle nuove religioni d’Europa. Più di mille pagine per offrire la prima radiografia delle professioni di fede nell’Italia contemporanea, un filo di Ariannna nell’immenso labirinto delle diverse maniere di adorare Dio, di cercarlo e di annunciarne la presenza.

Il filo di Introvigne che per ben settanta volte conduce nella terra piemontese, sembra quasi confermare l’esistenza di quel cerchio magico, di cui parlano le leggende, con Torino nel suo centro. La strada religiosa più battuta, inutile sottolinearlo, è quella in cui risuona l’idioma arabo dell’Islam, di quel Corano che accompagna il viaggio degli immigrati magrebini. Accanto a questa passa il pellegrinaggio dei Testimoni di Geova, porta dopo porta, ad annunciare la venuta del regno di Dio, e subito dopo la via valdese. Particolarmente frequentata è poi la via orientale del buddismo, in tutte le sue correnti, da quella tibetana a quella giapponese, e dell’induismo, veicoli ricercati della beatitudine che nasce dalla meditazione e dallo yoga.

Ma è nei sentieri che portano lontano dai percorsi più comuni e condivisi, che ci si trova trasportati nel variopinto caleidoscopio della Babele delle religioni. Ce n’è davvero per tutti i gusti: dai cattolici che ritengono il Papa un eretico, ai gruppi di seguaci del controverso magista Aleister Crowley che praticano riti magici collettivi, dalle adepte della corrente fondamentalista protestante Two-by-Twos che non possono truccarsi, indossare gioielli e guardare la televisione, agli adepti di Lou, che in attesa della venuta del messia devono astenersi dalle pratiche sessuali e dal ricevere cure mediche. Senza dimenticare le donne della Radunanza cristiana evangelica dei Fratelli stretti, di orientamento protestante, costrette ad entrare in Chiesa con il capo coperto da un velo, alle quali è proibito insegnare e addirittura pregare nelle riunioni.

E non mancano neppure casi di profeti in diretto rapporto con la divinità come don Salvatore Paparo di Cintano, in provincia di Torino, che fu depositario di ben due annunciazioni: la prima, durante una gravissima malattia, della venuta dell’Età aurea del cattolicesimo e la seconda, molti anni più tardi, secondo la quale questa età aurea avrebbe coinciso con l’Età della famiglia. I sacerdoti aderenti al suo "Cenacolo familiare", possono quindi sposarsi, anche se costretti a farlo in segreto. Sono noti anche casi di guaritori e taumaturghi miracolosi, primo fra tutti Roberto Casarin - oggi a capo della Chiesa "Anima universale" di Leinì -, che tra gli anni Settanta e Ottanta le cronache dipingevano come nuovo Padre Pio per i fenomeni straordinari di cui era protagonista. Miracoli, visioni, contatti con i defunti che non trovarono l’approvazione della curia torinese la quale, di fatto vietò ogni genere di adunanza che a questi facesse capo.

Il caso che più di tutti quanti testimonia quanto il Piemonte sia davvero terra di frontiera è forse la "Federazione di Damanhur", la "città della luce" nata nel 1976 in Valchiusella a 40 chilometri da Torino, con il suo tempio sotterraneo, sede di una comunità New Age autosufficiente di oltre cento persone dedite ad una vita in comunione con la natura e con i cicli cosmici, ispirata a principi esoterici e spirituali. Si trova invece ad Arborio, in provincia di Vercelli, l’Associazione italiana per la diffusione del Candomblè di Bahia, il diffusissimo culto afro-brasiliano che mescola lo spiritismo al culto dei santi cristiani. Anche gli antichi dèi trovano nuovi seguaci in terra piemontese. A Mombercelli, vicino ad Asti, ha sede infatti la Comunità odinista italiana che aderisce al culto pagano del dio germanico Odino.

Ma chi cerca il mistero rischia di andare deluso. La spiegazione di tutta questa varietà di culti affonda le sue radici nella storia del Piemonte. "La ragione sta nell’estrema tolleranza che il governo risorgimentale piemontese dimostrò nei confronti di tutte le forme di religiosità - spiega Introvigne - Torino poi ha sempre avuto un sostrato di cultura laica ostile al cattolicesimo, che ha permesso una sperimentazione religiosa maggiore, e anche la presenza valdese fu di stimolo per i seguaci di molte fedi a trasferirsi in questi territori".

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