CESNUR - center for studies on new religions

RECENSIONI

MASSIMO INTROVIGNE-PIERLUIGI ZOCCATELLI, Enciclopedia delle religioni in Italia, Elledici, Leumann (TO), 2001, pp. 1050

di Andrea Menegotto  (FUTURE SHOCK. Pubblicazione di saggistica e narrativa di fantascienza, anno XIII, giugno 2001 - n. 34 (nuova serie))

Sin dalla sua fondazione, nel 1988, il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) ha subito indicato fra i suoi scopi la costruzione di una mappa delle religioni - e delle vie spirituali non religiose - in Italia. Risultato finale di una ricerca durata oltre dodici anni e costantemente aggiornata è oggi l’Enciclopedia delle religioni in Italia, che in più di mille pagine presenta ampie introduzioni storiche, dati statistici finalmente attendibili, indirizzi, numeri di telefono, collegamenti Internet e analisi dottrinali di oltre seicento - per la precisione seicentosedici - realtà religiose e spirituali presenti in Italia, suddivise in quaranta categorie. Su molte di queste, poco note o piuttosto discrete, l’opera getta una luce nuova e addirittura di alcune si parla per la prima volta in un lavoro di taglio scientifico.

Autori e coordinatori dell’opera sono Massimo Introvigne e PierLuigi Zoccatelli, rispettivamente direttore e vicedirettore del CESNUR, coautrici Nelly Ippolito Macrina (direttrice della Divisione affari dei culti diversi dal cattolico presso la Direzione Generale degli affari dei culti del Ministero dell’Interno e responsabile dell’Osservatorio sulle Libertà Religiose presso la medesima Direzione Generale) e Verónica Roldán (sociologa argentina che collabora con l’Università di Roma 3), mentre autori di alcune voci sono diversi studiosi italiani e stranieri, fra cui pure l’estensore della presente recensione.

Non a torto si può affermare che di fatto, dopo la pubblicazione di quest’opera, nulla in tema di percezione del pluralismo religioso in Italia potrà più essere come prima. L’Enciclopedia delle religioni in Italia offre infatti un panorama pressoché completo del mondo religioso e spirituale nel nostro Paese ed è nel suo genere un contributo unico, sia perché si tratta della prima opera pubblicata in Italia con l’intento dichiarato - e realizzato - di censire ogni tipo di presenza religiosa, sia perché per la sua realizzazione viene messa in atto una rigorosa metodologia di ricerca, consistente non solo nella consultazione delle fonti primarie - e dunque della letteratura prodotta da ogni singolo gruppo o movimento - accanto ai più che utili studi scientifici e accademici, ma anche nell’indagine sul campo da parte dei ricercatori, attraverso "osservazioni partecipanti", frequenti visite ed interviste ai dirigenti e ai membri delle denominazioni censite.

Il volume congeda il dato - molte volte ripetuto, ma che almeno dagli anni 1980 non è mai stato vero - secondo cui le minoranze religiose in Italia rappresentano globalmente l’uno per cento della popolazione. In molti casi le statistiche sono difficoltose, tuttavia l’Enciclopedia delle religioni in Italia giunge ad affermare che, fissati in 57.440.000 il numero totale dei cittadini italiani, la percentuale di coloro che manifestano una identità religiosa diversa dalla cattolica è dell’1,92 per cento (corrispondente a circa 1.100.000 cittadini italiani); se invece si considerano i residenti sul territorio (e quindi anche gli immigrati non cittadini italiani) - valutati tra i cinquantanove e i sessanta milioni, cifra comunque più incerta a causa del fenomeno dell’immigrazione clandestina - la percentuale di appartenenti a minoranze religiose sale intorno al 3,50 per cento, corrispondente a poco meno di due milioni di unità.

A scanso di equivoci, nella Introduzione gli autori informano il lettore che "della più grande "religione" italiana - utilizziamo qui il termine in modo volutamente paradossale - non si troverà peraltro traccia, se non in questa introduzione, nell’enciclopedia" (p.17). I sociologi, infatti, hanno ormai concluso che in tutto l’Occidente la vera religione di maggioranza relativa è quella di coloro che "credono senza appartenere" ("believing without belonging", secondo l’espressione coniata dalla sociologa anglosassone Grace Davie). Pur tenendo conto di una serie di precisazioni relative ai fedeli di alcune religioni che non comportano l’obbligo di frequenza settimanale, anche in Italia si nota un grosso scarto fra il 40 per cento che dichiara di essere praticante - con una percentuale di atei che si aggira intorno al 6 per cento e di agnostici intorno al 5 per cento - e l’ottantotto per cento che dichiara di essere credente.

Qua e là, sparsi per le numerose pagine del volume, si trovano accenni ad argomenti di interesse anche per chi è appassionato ai temi legati alla letteratura fantascientifica, soprattutto relativamente a quelle espressioni del mondo religioso e spirituale classificate nella famiglia dei movimenti dei dischi volanti, a cui è dedicato un intero capitolo (pp. 863-875). In questo ambito si va dalla piuttosto nota Religione Raeliana al collettivo politico di ispirazione marxista Men in Red, passando per il movimento cristianeggiante Nonsiamosoli, Unarius, per NovaConvivia e la C.O.O.P. C.O.S.M.O. (Cooperativa Operante Opportunità di Pace - Condivisione Olistica Simbiosi Multiplanetaria Organizzata). Si segnala pure un’ampia scheda relativa alla Chiesa di Scientology (pp. 890-894), il cui fondatore Lafayette Ron Hubbard (1911-1986) - come è piuttosto noto - è fra l’altro un abile autore di racconti di fantascienza.

I dati che emergono dall’opera permettono di muoversi in un ambito piuttosto ampio di considerazioni, che aiutano a cogliere in pienezza l’importanza del contributo - evidentemente non solo editoriale - che l’Enciclopedia delle religioni in Italia fornisce. Come fanno notare gli autori nella Introduzione, per una vasta serie di motivi, "documentare il pluralismo è un gesto a suo modo "politico"" (p. 9), un gesto che può contribuire certamente alla più efficace comprensione del clima culturale e religioso che ha caratterizzato il mondo occidentale - e dunque anche l’Italia - alla fine del secondo millennio e che, con ogni probabilità, continuerà a segnare in maniera determinante il primo scorcio del terzo millennio. La comprensione di questo clima è evidentemente la condizione fondamentale affinché sia pienamente compresa in tutta la sua attualità e rilevanza la "sfida" culturale, sociale e politica di cui il pluralismo è latore.

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